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Vicende Storiche

Venerabile Arciconfraternita Misericordia di Pistoia

L’occasione per cui si è condotta una ricerca storica sulle origini e sulle vicende della Arciconfraternita della Misericordia di Pistoia è legata alla celebrazione del quinto centenario della fondazione della venerabile compagnia. Senza nulla togliere all’importanza storica della confraternita ed al ruolo che da molti secoli svolge, si deve innanzi tutto chiarire che tale ricorrenza, consegnata dalla letteratura storica locale, e proseguita nella tradizione memoriale cittadina, non appare supportata da confortanti notizie documentate: manca, infatti, qualsiasi testimonianza certa che attesti una data di fondazione precisa della confraternita pistoiese. Non è questo, però, l’unico punto oscuro delle acquisizioni storiche conseguite fino ad oggi riguardo alla venerabile compagnia: seri dubbi sorgono, infatti anche sull’identificazione, la denominazione, sulle funzioni ad essa attribuiti. Uno dei primi storici locali a parlare della confraternita fu il seicentesco Felice Dondoni, il quale erroneamente la identificò con la Compagnia di San Giovanni Decollato, la cui attività, praticata da un esiguo numero di confratelli, consisteva nell’assistenza ai condannati a morte, sotto forma di aiuto spirituale nell’ora estrema e di cura e tumulazione dei cadaveri degli stessi, altrimenti abbandonati insepolti. Gli associati alla compagnia di San Giovanni Decollato indossavano una divisa così descritta: «cappa nera con un cappello di paglia nero, pendente alle spalle, per averlo pronto fuori della città nella state, essendo il luogo del supplizio da essa alquanto distante. Festeggiano nella chiesa stessa la festa di San Giovanni decollato». Il primo studioso moderno della storia religiosa di Pistoia, Gaetano Beani, pur avendo condotto l’unico accurato ed attendibile studio sulla storia della Arciconfraternita, riprese tuttavia questa errata convinzione, riconoscendo di fatto come certa tale identificazione, attribuendo alla Misericordia il compito di assistenza ai condannati a morte. Gli storici successivi, poi, tra i quali Alfredo Chiti, raccolsero queste indicazioni come veritiere, senza contestarne la veridicità, pervenendo ad una serie di conclusioni non corrette, non solo per quanto riguarda l'identità della confraternita, ma, come si è visto, anche riguardo alle funzioni che essa svolse e circa le sedi nella quale si trovò ad operare. Bisogna conoscere che l'errore di valutazione ed il disorientamento degli storici sono giustificati di fronte alla molteplicità dei consorzi laici annoverati sotto lo stesso nome. C'è da ricordare che la Confraternita oggetto di questa indagini assunse la denominazione MISERICORDIA solo a partire dall'ultimo ventennio del secolo XVII (1600). Per quanto riguarda la Compagnia di San Giovanni Decollato è attestata a Pistoia presso l'oratorio intitolato al Santo Spirito situato presso la Porta Lucchese a partire dal 1582, come si legge dal verbale delle visite pastorali del visitatore apostolico della Toscana, Monsignor Angelo Peruzzi. La confraternita si dedicava all'assistenza ai condannati a morte. A partire dai primi anni del Seicento la compagnia, pur continuando a seppellire nell'oratorio del S.Spirito, si adunava nella chiesa di San Michele in Bonaccio; intorno alla fine del secolo la sua attività, contemporaneamente alla quella della Compagnia delle Misericordie, che allora era denominata "della Morte", si rarefece, probabilmente poichè vennero a diminuire sensibilmente i casi di condanne a morte. Riguardo alla cronologia dell'origine della Compagnia della Misericordia, che qui si pone in discussione, Alfredo Chiti collegò ideologicamente la nascita della Compagnia della Misericordia agli anni bui della storia pistoiese, funestrata tra la fine del Quattrocento e l'inizio del secolo successivo dalle lotte fraticide. La più antica notizia della nostra compagnia proviene da un volume conservato nell'archivio dell'Arciconfraternita, della cui esistenza si ha ricordo negli inventari della stessa fino al 1875. Di questo volume, purtroppo ora perduto, si ha fortunosa notizia da un promemoria, stilato probabilmente in epoca ricciana, giacente in una serie miscelana e non ordinata nell'Archivio vescovile di Pistoia.

 

 



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