La Nazione - Cronaca di Pistoia - Articolo di Michela Monti, estratto dal quotidiano LA NAZIONE - Cronaca di Pistoia del 5.11.2016 (scarica il pdf)

I ringraziamentio della comunità di Muccia (provincia di Macerata) alla Misericordia.

«Pronto? Chiamo da Muccia, in provincia di Macerata. Sono uno dei tanti sfollati che viene assistito dai vostri volontari della Misericordia e noi vogliamo soltanto ringraziarli per quello che stanno facendo per noi». Nel bel mezzo dell’emergenza, senza una casa e praticamente isolati dal mondo, la comunità di Muccia un paesino dell’entroterra marchigiano (provincia di Macerata), distrutto dal sisma del 30 ottobre ha preso carta e penna per ringraziare i volontari che da qualche giorno li assistono nei container. Non solo, non avendo la linea internet  e quindi non potendo trasmettere il loro scritto hanno cercato disperatamente un contatto con i quotidiani locali 

pistoiesi per riuscire a consegnare il messaggio ai referenti dell’organizzazione. «Sono stati dei veri angeli per 

noi, in un momento che ci vede davvero fortemente provati. Non potete neanche immaginare il calore umano che ci hanno fatto avvertire riuscendo a darci quel minimo di ristoro psicologico di cui abbiamo tanto bisogno». E mentre al telefono ci comunicano che è in corso un’altra piccola scossa non demordono e ci chiedono di pubblicare anche i nomi dei volontari che sono presenti a Muccia.

«La comunità vuole ringraziare Rosina Maraviglia, Anna Ferrari, Daniele Simoncini, Mirko Frati e Federico Ciolli che fanno parte della Misericordia di Pistoia e Firenze. E’ importante per noi che tutti sappiano i loro nomi, perchè sono davvero delle persone speciali. I primi ad essere intervenuti qui, sotto i monti Sibillini dopo il tremendo terremoto che ha distrutto il nostro paese». E poi aggiungono un particolare ringraziamento anche all’Ordine dei cavalieri di Malta che insieme al parroco don Gianni Fabrizi «stanno cercando di farci vivere queste giornate nella maniera meno tragica possibile». Un messaggio di riconoscenza che è stato lanciato nonostante la disperazione perchè «la solidarietà riesce a darti forza anche quando sei consapevole di aver perso tutto».