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La "Misericordia ed i suoi cinque secoli di storia" al Centro Commerciale Panorama

Attivita' Collaterali 18 FEB 2019

Grazie al consueto impegno e la disponibilità del nostro confratello Riccardo Marchini è stato realizzato uno stand dedicato al servizio infermi della Misericordia, collocato all'interno della galleria nel Centro Commerciale Panorama di Pistoia. il locale raccoglie molte immagini, cimeli ed alcune attrezzature che sono state utilizzate per il trasporto sanitario nei cinque secoli di storia della nostra Arciconfraternita. Si può vedere l'antica "buffa" dei primi volenterosi che si adoperavano per soccorrere i malati e seppellire i defunti nel periodo della peste. Ma anche l'attuale divisa giallo/ciano che ci contraddistingue insieme alle altre centinaia di misericordie in tutte le zone dell'italia dove i numerosi volontari, professionalmente e tecnicamente preparati, intervengono in occasione di incidenti, catastrofi naturali ed altre necessità di soccorso, con mezzi e attrezzature all'avanguardia.

Siete tutti invitati a visitare lo spazio, dove troverete anche l'ultimo giornale della Misericordia da ritirare gratuitamente.

guarda alcune immagini dello stand allestito. clicca qui 

(*) Riccardo Marchini da quando è in pensione, come tanti altri volontari, si dedica alla Misericordia, ed in particolare al Patrimonio storico e artistico, che in parte è proprio all'interno del cimitero (vecchie carrozze, carri, lettighe, statue e dipinti)      

di seguito le informazione relative alle attrezzature (barellr, volantine e carri), sche sono state esposte anche in occasione dell'autoexpo 2018. Curatore dell'evento per conto della Misericordia il sig. Riccardo Marchini.

STORIA   DELL'AMBULANZA:   IL   RUOLO   DELLA   MISERICORDIA   E   DEI   CARROZZIERI PISTOIESI

I carri e le volantine esposte all'interno del Cimitero sono la testimonianza di quanto la nostra Arciconfraternita   abbia   tenuto   in   considerazione   l'evoluzione   del   trasporto   di   coloro   che necessitino di un   soccorso   rapido, confortevole   e sicuro.   L’industria pistoiese specializzata nell'allestimento   di   questi   mezzi   di   trasporto   e   la   Misericordia, a   partire   della   metà dell'ottocento si sono reciprocamente scambiate esperienze e competenze per rispondere al dettato   della   studiosa   di   scienze   infermieristiche Florence Nightingale che   scrisse: ”...un trasporto soddisfacente di ammalati e feriti e' il primo requisito per salvare loro la vita."

La scorsa edizione della esposizione, organizzata dalla scuderia automobilistica Pistoia Corse, ospitò, sul numero speciale edito per l'occasione dalla rivista MET, un contributo di Andrea Ottanelli attraverso il quale si approfondiva il ruolo di Pistoia nella vicenda della nascita nei primi   anni   del   novecento   della   industria   italiana   dell'automobile.   Nel   1905   si   costituiva a Genova la "San Giorgio, Società anonima per la costruzione di automobili terrestri e marittimi" e Pistoia   fu   scelta   quale   sede   di   uno   stabilimento   dove   si   sarebbero  realizzati   telaio e carrozzeria di auto motorizzate con propulsori della inglese Napier. Una scelta dovuta al fatto che   l'economia   della   città   era   caratterizzata   dalla   consistente   presenza   di  aziende   che   si dedicavano   alla   costruzione di carri e carrozze.  Un vero e proprio comprensorio   in   erano maturate esperienze e competenze professionali tali che la "San   Giorgio"   individuò   come patner per la costruzione di auto la Ditta di Aiace Trinci al quale venna affidata la direzione del reparto carrozzeria. 

 

 

 

 

 

 

Una storia, quella dei Trinci, che si dipana a partire da 1834, quando Enrico avviò una attività di carrozziere nel cuore della città e i contatti con l'Arciconfraternita della Misericordia, le cui origini   sembrano   risalire   al  1499,   sono   testimoniati   dalla   targhetta   apposta   sul  carro ambulanza   leggero destinato al trasporto di un malato, assistito fino a quattro confratelli, compreso il vetturino.

Il carro è caratterizzato da soluzioni tecniche mirate per rendere rapido, sicuro e confortevole il trasporto di persone, bisognose di cure ugenti, verso un ospedale. Di particolare interesse il fatto che la barella è assicurata al telaio del carro con un meccanismo basculante   che  consente   la   posizione   orizzontale   del   paziente   indipendentemente  dalla pendenza   della   strada   percorsa.   Il   veicolo   è   esposto   sotto   il   loggiato  del  Cimitero dell'Arciconfraternita   insieme   ad   altre   testimonianze   della   evoluzione   dell'ambulanza   e   dei servizi funebri tra i quali alcuni veicoli, sia a traino animale, che umano, realizzati anche da altre aziende pistoiese oltre a quella di Enrico Trinci come la Ditta di Pierluigi Palandri.  E'  evidente che la necessità di risolvere la problematica legata al trasporto  di persone  in condizioni fisiche precarie o di cadaveri è stata centrale nella organizzazione   anche della Misericordia nata alla fine del '400. La prima risposta a questa necessità è stato il trasporto a braccia su barelle o portantine, limitando il raggio di azione al centro urbano della nostra città definito dalla terza cerchia muraria. E' alla meta del XV° sec. che  entra in scena il concetto di ambulanza, termine derivante dal latino  ambulare,   quando   Isabella   di   Spagna  istituisce   per   i   propri   eserciti   destinati alla conquista del mondo, delle formazioni sanitarie mobili chiamate ambulancias. Tale concetto nasce e si evolve in parallelo con la storia della sanità militare ed è di guerra in guerra che si affinano le tecniche di trasporto, ricovero e cura sui campi di battaglia: nel seicento le milizie francesi possono contare su un sistema di primo soccorso dotato di barelle amano   e   carri   trainati   da   animali   per   trasportare   i   feriti   nelle   immediate   retrovie   dove   si suturavano ferite, si effettuavano amputazioni e si tamponavano emorragie con la legatura dei vasi artesiosi. E' Napoleone Bonaparte a dare una spinta decisiva verso il moderno concetto di ambulanza   attraverso   l'opera   di   Dominique   Jean   Larrey   (1766-1842),   chirurgo   capo   della Grande Armée francese. E' suo il progetto, nel 1792, della "ambulanza volante" che fu il primo mezzo su ruote concepito per essere finalizzato al trasporto di feriti, con accorgimenti come un efficace sistema ammortizzante e con un particolare riguardo alle migliori condizioni igieniche da assicurare durante il trasporto. Gli eserciti napoleonici furono dati di "ambulanze volanti" a due e a quattro ruote. I chirurghi a loro volta erano dotati di carri leggeri trainati da cavalli per raggiungere   zone   del   campo   di   battaglia   inaccessibili   per   i   carri   ambulanza.   

E'   da   questo momento   che l’evoluzione   della   ambulanza   segue   il   percorso   tracciato   dalle   tecniche di soccorso dei feriti in battaglia  e dal dettato di uno delle maggiori studiose di questa materia, Florence Nightingale (Firenze 1823 - Londra 1910) che scrisse:  "...un trasporto soddisfacente di ammalati e feriti e' il primo requisito per salvare loro la vita."  Questo   breve   e   stringato   excursus   storico   per   arrivare   alle   testimonianza   di   quelle   che possiamo ritenere le prime ambulanze ed ai primi mezzi per le onoranze funebri che entrarone a   fare   parte   delle   dotazioni  della   Arciconfraternita   della   Misericordia   di   Pistoia   che   sono esposte, come già accennato, nel Cimitero della Misericordia di Pistoia e parte delle quali andranno a comporre uno spazio dedicato ai "Carri, carrozze & carrozzieri pistoiesi" nell'ambito dell'AutoExpo 2018, affiancando altri veicoli realizzati dai produttori pistoiesi nell'ottocento, tra i quali, gli organizzatori sperano di portare a Pistoia per il primo fine settimana di febbraio il triciclo   automobile   a   vapore   realizzato   dalla   azienda   di   Enrico   Trinci   nel   1879.   Il   veicolo, restaurato  dall'ingegnere   piemontese   Davide   Lorenzone,   appartenuto   alla   famiglia del sacerdote Lorenzo Milani per essere utilizzato come trattore, sia per trainare una carrozza "Duc de Dame" specificatamente realizzata per essere destinata al trasporto di persone, sia per movimentare i carri agricoli della tenuta "La Gigliola" di Montespertoli nel Chianti di proprietà dei Milani. Questo veicolo rappresenta un dato importante che testimonia il ruolo dell'industria pistoiese nella evoluzione dei mezzi di trasporto. La storia dei mezzi di trasporto in dotazione dell'Arciconfraternita   della   Misericordia   necessiterebbe   di   ulteriori   approfondimenti, così come quello delle carrozzerie pistoiesi che si sono affermate nella realizzazione delle moderne autoambulanze e delle autovetture destinate alle onoranze funebri. Speriamo di poterlo fare in occasione   della   uscita   dei   prossimi   numeri   della   nostra   rivista.   Intanto   invitiamo tutti i confratelli a visitare l'AutoExpo 2018 dove l'Arciconfraternita sarà presente i propri volontari e con stand destinati ad illustrare ai visitatori gli scopi e i valori della nostra istituzione

Carrozza Funebre per signori

La morte si, ma i funerali no: mai stati uguali per tutti. I signori di prima, ad esempio, usavano una carrozza, come quella che è presente nel nostro museo presso il cimitero della Misericordia, della fine dell'Ottocento. E' stata rimessa in sesto con l'aiuto di vecchi barrocciai di Pistoia. Si tratat di una carrozza nera per un cavallo, ruote piccole davanti e grandi dietro, dei  rulli sul piano dell'abitacolo per  immetervi la bara,velluti neri con  fregi in giallo, crocifisso sul tetto, ganci per attacarvi le corone di fiori. 

 

Barella da neve anni 1930/1940

Le barelle sono state utilizzate sin dall'antichità, in cui i veicoli di soccorso erano ostacolati dalle avverse condizioni del terreno. La forma più semplice consiste di un telo su cui si adagiava il paziente e di due lunghe aste che  venivano afferrate dai barellieri, in certi casi  spesso più di due. Nel caso il trasporto con questa semplice barella doveva venir effettuato da soli due soccorritori,  essi potevano utilizzare delle cinghie che  distribuivano lo sforzo non solo sulle braccia ma anche sulla schiena. I riferimenti storici individuano anche una barella da neve, simile a questa restaurata che permise  ai nostri confratelli di poter intervenire sulla neve, dato che nell'anno 1939, una tormenta di neve permase per tante settimane nelle nostra  provincia. 

La barella utilizzata fu realizzata artigianalmente utilizzando il modello da ambulanza grazie all'ingegno di un Confratello della  Misericordia di Prato (Mazzoni Pietro per la cronaca).

L'ostinazione di giungere in tutti i posti per  rispondere alle diverse chiamate è sempre stata innata nelle nostre Misericordie e i nostri confratelli si sono sempre adoperati per risolvere nel modo migliore le situazioni e i mezzi di trasporto. 



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