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Nuovo servizio di Prevenzione Alcologica alla Misericordia

Attivita' Collaterali 21 GEN 2013

 

Articolo di Lucia Agati, pubblicato sul quotidiano "LA NAZIONE" pag.4 Cronaca di Pistoia, il giorno 20 gennaio 2013 

Il bicchierino di vinsanto offerto all’ospite inatteso, il fiasco che accompagnava la partita a carte al circolo, il bicchiere di vino a pasto non ci sono praticamente più, stili di vita familiari e conviviali ormai perduti. A tavola oggi tutti astemi, apparentemente, poi, nel fine settimana eccoli, i binge-drinker, gli smodati che buttano giù anche sei superalcolici di fila. E il danno è fatto. A se stessi prima di tutto e poi, magari, anche agli altri, se dopo ci si mette alla guida.

La lotta all’alcolismo è impari, probabilmente, rispetto all’offerta che le persone, soprattutto i giovani, si ritrovano davanti, ma pochi sono disposti ad informarsi sui rischi che si corrono per la salute con un consumo di alcol incontrollato o, comunque, inadatto al proprio metabolismo. E allora, che fare? La Misericordia di Pistoia, nell’ampio panorama di offerte in ambito sociale e sanitario, ha messo a punto un nuovo servizio rivolto alla popolazione, completamente gratuito, che partirà nei prossimi giorni dai locali di Villa Bianchi, in via Bonellina 1.

Si chiama «Invita», acronimo ricavato dalla frase: «informati verso interventi preventivi e trattamenti alcologici». La tecnica preventiva è semplicissima: si tratta di sottoporsi ad un questionario che serve a capire se la persona ha un atteggiamento corretto verso le bevande alcoliche e se la quantità e la qualità sono quelle più adatte al suo organismo. Si tratta, in sintesi, di una forma di prevenzione primaria, ovvero prima che i problemi si manifestino e quindi in tempo per correggere comportamenti che potrebbero, un domani, compromettere lo stato di salute. Il servizio «Invita» è stato presentato nel corso di una conferenza stampa presieduta dal presidente della Misericordia, cavaliere Aligi Bruni, e dal segretario generale Roberto Fratoni.

Il progetto è stato quindi illustrato dal dottor Salvatore Finocchiaro, medico supervisore, specializzato anche in igiene e medicina preventiva, e dall’alcologo della Misericordia, il dottor Giuseppe Balli.

«Di questo progetto — ha spiegato il dottor Finocchiaro — abbiamo cominciato a parlare circa un anno e mezzo fa, ma poggia su una mia ricerca, pubblicata nell’85 su una rivista specializzata, dove furono illustrati i risultati di una sperimentazione epidemiologia statistica di un anno su un notevole campione. Emerse che il 75 per cento e oltre dei soggetti consumava bevande alcoliche e, di questi, il 10 per cento era un consumatore smodato. Dati che appaiono oggi invariati, e il 10 per cento è una percentuale eccessiva. Noi possiamo e dobbiamo fare prevenzione primaria: sulle persone sane, che non hanno ancora problemi, per evitare di arrivare alla situazione patologica».

Le persone che soffrono di alcolismo conclamato saranno invece indirizzate verso altri centri. Ma qual è la quantità «normale» di alcol da assumere? «Per poterlo stabilire le persone faranno un colloquioseguito da un questionario e cercheremo così di capire se si va verso un abuso. Lo scopo — ha concluso Finocchiaro — è la promozione della salute che passa dal soggetto in prima persona».

«In Italia — ha poi spiegato Giuseppe Balli — ci sono otto milioni di persone a rischio e la metà sono binge drinker, i consumatori smodati, con più di sei bevande in un’unica occasione. Gli uomini, dai 18 ai 44 anni, bevono fuori dai pasti e la dipendenza aumenta di quattro volte se si inizia a bere a 15 anni o prima. I primi assaggi avvengono addirittura a 11 anni. Dobbiamo intercettare i consumatori e metterli di fronte alla realtà di porsi una domanda. Noi siamo qui, pronti a prendere in carico l’utente e potremo identificare i soggetti a rischio. I risultati del nostro lavoro saranno sottoposti alla valutazione del Centro alcologico regionale dell’Università di Careggi».

Lucia agati



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